Spezia 1 – Sassuolo 4
All’esordio in serie A, lo Spezia di Italiano affronta al Manuzzi di Cesena un Sassuolo che gioca a memoria. L’impatto con la categoria è durissimo, nonostante un primo tempo chiuso in parità.
27 settembre 2020 – Dino Manuzzi, Cesena – ore 12.30
Marcatori:
12′ Djuricic, 30′ Galabinov (Sp), 64′ rig. Berardi, 66′ Defrel, 76′ Caputo (Sa)
Tabellino:
SPEZIA (4-3-3): Zoet; Sala (80′ Ferrer), Erlic, Ramos, Dell’Orco (86′ Chabot); Bartolomei (72′ Deiola), Ricci, Pobega (72′ Mora); Agudelo (70′ Farias), Galabinov, Gyasi. Allenatore: Italiano
SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Chiriches (78′ Ayhan), Ferrari, Kyriakopoulos (46′ Muldur); Locatelli, Obiang (46′ Bourabia); Berardi (86′ F. Ricci), Defrel (71′ Traoré), Djuricic; Caputo. Allenatore: De Zerbi
ARBITRO: Ghersini di Genova
AMMONITI: Sala, Zoet (Sp); Djuricic (Sa)
Sintesi:
Il vino in tavola è forte, come l’emozione. Anche se è rosso, mentre l’emozione di oggi è bianca. Abbiamo aspettato questo momento per una vita da tifosi, io e mio fratello. Io, mio fratello e tutti quelli che anno dopo anno hanno patito (tanto) e gioito (poco) per lo Spezia. Non siamo pochissimi, ma non siamo neanche troppi.
Abbiamo immaginato un milione di volte, questo momento. Quasi sempre per scherzare: lo Spezia in serie A non è stato mai più reale di una fantasia ripetuta ad alta voce per farla sembrare appena un po’ più vera. Raggiunta la serie B, a dire il vero, non avevamo molto più da chiedere. Ci siamo sempre conservati questa speranza in fondo al cuore, nascosta per metà sotto il pudore di chi è abituato a navigare in ben altre acque e per metà sotto la paura dell’illusione.
Lo Spezia in serie A non è stato mai più reale di una fantasia ripetuta ad alta voce per fala sembrare appena un po’ più vera.
Un milione di volte abbiamo pensato a come sarebbe potuto essere. Mai avremmo immaginato così: lo Spezia che si affaccia alla serie A, in un anno di pandemia, con gli stadi vuoti e giocando – in casa – a Cesena, perché il Picco non è a norma. Lo Spezia in serie A e senza di noi. Lo Spezia in serie A, in uno stadio vuoto, non suo e contro il Sassuolo, favoritissimo.
Se fosse spuntato un viaggiatore del tempo, nel mezzo della camera di noi bambini, e ce lo avesse raccontato, ci saremmo girati dall’altra parte e avremmo risposto: “Dighe de yes!”.
Punto primo: nel corso degli anni, ho sempre dichiarato che – nel caso lo Spezia avesse raggiunto la serie A – io avrei mollato tutto, per dedicarmi al 100% a questa avventura.
Punto secondo: l’esordio in serie A, nel remotissimo caso fosse stato evento reale, nelle nostre fantasie aveva un’unica possibilità di non vederci sugli spalti: quella che fossimo in campo.
Punto terzo: quando immaginavamo l’esordio in serie A, ovviamente, lo immaginavamo contro una squadra di quelle che vivono la serie A da una vita. L’Inter, il Milan, la Juve, la Roma, il Napoli: queste erano le avversarie della nostra fantasia. Non il Sassuolo.
Punto quarto: per noi, nonostante la storia recente degli ultimi 10 anni calcistici, il Sassuolo non può mai essere favorito contro lo Spezia. Noi siamo LO SPEZIA!
Accuratezza della fantasia: 0%, non c’è bisogno di dirlo.
Il Sassuolo è una signora squadra, che gioca a memoria e – nonostante lo Spezia ci provi – la differenza di esperienza e abitudine a giocare a questi livelli, nonché di tecnica soprattutto in alcuni giocatori, è abbastanza evidente. Io e mio fratello, assistiamo seduti a tavola, a una partita che dal secondo tempo in poi non ha partita.
Il gol del pareggio di Galabinov ci ha fatto urlare, saltare dal tavolo al divano, davanti agli occhi increduli dei bambini. Il secondo tempo è stato un brusco risveglio. Il vino? Ne servirebbero sei bottiglie.
Dove lo hai messo il vino? Ne hai ancora? Serve ancora vino.
“Deve ancora finire il mercato, qualcuno arriverà.“
“L’emozione dell’esordio, sicuramente ci riprenderemo.”
I giocatori del Sassuolo arrivano da tutte le parti, con facilità che non avremmo voluto vedere. Il terzo dopo il secondo, il quarto dopo il terzo.
Mirate qui, dritto al cuore. Non è questo l’esordio che avremmo meritato. Lo stadio vuoto, la partita lontano da casa, il Sassuolo che maramaldeggia. Non era questo l’inizio del sogno “Serie A”.
Noi incassiamo, ma almeno abbiamo l’aria di rimanere in piedi.
È solo la prima partita. Il vino è finito.
“Ci salviamo. Ci salviamo a marzo” dico.
Mio fratello ci crede.
“Le difficoltà c’erano e le abbiamo viste, anche se per un’ora abbiamo tenuto botta. Dobbiamo migliorare anche sul lato fisico, perché nel finale i ragazzi erano un po’ in calo. Qualcosa di buono però si è visto. Quindici giorni sono pochi, abbiamo tanti nuovi, tutti con qualità ed entusiasmo ma risultati e prestazioni le otteniamo col lavoro. In questo momento ne abbiamo poco alle spalle. Sappiamo che il percorso è duro e difficile ma non dobbiamo abbatterci, perché siamo convinti delle nostre qualità
Vincenzo Italiano, a fine partita