Lo Spezia sbarca a Milano e si misura con la Scala del calcio. Partita vera e aperta per un tempo, poi i rossoneri la portano dalla propria parte.

4 ottobre 2020 – San Siro, Milano – ore 18.00

Marcatori:

13′ st Leao, 31′ st Hernandez, 34′ st Leao

Tabellino:

MILAN (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Gabbia, Hernandez; Tonali (15′ st Bennacer), Krunic (15′ st Kessie); Saelemaekers, Diaz (26′ st Hauge), Leao (38′ st Maldini); Colombo (1′ st Calhanoglu). A disposizione: Castillejo, A. Donnarumma, Kalulu, Laxalt, Tatarusanu. Allenatore: Pioli

SPEZIA (4-3-3): Zoet; Sala, Erlic, Chabot, Marchizza; Pobega (33′ st Bartolomei), Ricci (16′ st Acampora), Maggiore; Verde (16′ st Agudelo), Galabinov (33′ pt Piccoli), Gyasi (33′ st Mora). A disposizione: Agoume, Bastoni, Dell’Orco, Desjardins, Farias, Krapikas, Vignali. Allenatore: Italiano

ARBITRO: Serra di Torino

AMMONITI: Calhanoglu (M), Ricci, Gyasi (S). Recupero: 2′ e 3′


Sintesi:

Sintesi di Milan-Spezia, le Aquile resistono un tempo a San Siro

Ho vissuto 8 anni a Milano. Gli ultimi, immerso nel cielo, in un piccolo appartamento al piano alto. Le vecchie cantine riattate di un palazzone di ringhiera di un quartiere appoggiato sul corso della circonvallazione esterna.

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Il piccolo appartamento aveva due stanze e un’unica finestra affacciata sul mondo. Nei giorni sereni, si vedevano in lontananza le Alpi e – più vicine – le ossa dei grattacieli della nuova Milano irrobustirsi per cercare fortuna.

Rallentato il flusso delle macchine, la notte, rimaneva l’accompagnamento dello sferragliare dei tram. Riavvolgevano il filo delle loro fatiche giornaliere per andare a riposare nel deposito poco distante, aggrappati ai binari accosti al marciapiede del palazzo.

La domenica mattina i pianerottoli e il cortile del palazzone si riempivano di odori e profumi di tutto il mondo. Al terzo piano, l’anziana signora stufava le verze come aveva sempre fatto, al quinto si sprigionava l’esuberanza della cucina caraibica, in rima con la sostanza del pranzo domenicale tipico filippino. E così via. Arrampicato là in cima, facevo il giro del mondo solo scendendo in ascensore.

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Le mie due stanze erano strette tra la manciata di stanze a disposizione dei miei vicini. Da una parte, viveva una signora con due figli adolescenti. Era di una bellezza cesellata, che mi incantava anche solo chiedendomi se fosse capitato anche a me di trovare qualche scarafaggio in casa.
No signora, niente, ma se me lo torna a chiedere, ce li metto io, pur di averle da rispondere.”

Dall’altra parte viveva una famiglia: due genitori e due figli. Le pareti erano molto sottili e tutto quel che si diceva da una parte del muro, si sentiva. So bene, per esempio, che la domenica mattina il ragazzo faceva avviare i genitori e la sorella a messa e, prima di uscire per raggiungerli, si guardava un po’ di porno.

D’altra parte sapevo bene anche che fossero milanisti, perché li avevo sentiti moltissime volte seguire le partite del Milan. Tutti e quattro: esultanze, ansie, imprecazioni. Non un periodo semplicissimo per esser milanisti, visto il regno Mourinhano su Milano.

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Attraverso il muro, ho ascoltato le partite dei rossoneri per anni. Allora non era facile pensare che Milan e Spezia si sarebbero incontrati in campionato. 

È successo oggi, che sono lontanissimo da quella casetta appesa al cielo. Nel primo tempo, le Aquile hanno anche fatto sudare il Milan, per poi cedere quando sono entrati gli avversari di maggior classe.

È sembrato non un confronto impossibile, ma sicuramente arrivato troppo presto.

Chissà cosa avrebbero detto i vicini! E chissà come avrei battuto sul muro, nel caso avessero sbagliato parole.

In queste prime giornate mi voglio concentrare sulle cose buone che stiamo facendo vedere, guardare il bicchiere mezzo pieno. Contro una squadra che sta facendo benissimo in campionato e in coppa, per lunghi tratti, siamo stati in partita e li abbiamo messi in difficoltà. Non sto dicendo che dovevamo ottenere chissà che cosa, però sono molto arrabbiato.

Vincenzo Italiano, al termine dell’incontro