Le 18 non sono l’orario del calcio, ma possono essere quello della storia. Lo Spezia trova a Udine la prima vittoria e diventa la seconda neopromossa assoluta a vincere la prima gara in trasferta nel XXI secolo (era riuscito al Chievo nel 2001).

30 settembre 2020 – Stadio Friuli, Udine – ore 18.00

Marcatori:

29′ e 94′ Galabinov (S)

Tabellino:

UDINESE (3-5-2): Musso; Becão, De Maio, Samir (78′ Matos); Ter Avest, Coulibaly, De Paul, Palumbo (56′ Forestieri), Zeegelaar (63′ Ouwejan); Lasagna, Okaka (63′ Nestorovski). All. Gotti

SPEZIA (4-3-3): Zoet (63′ Rafael); Ferrer, Chabot, Terzi, Ramos; Deiola (51′ Bartolomei), Ricci, Maggiore (67′ Pobega); Verde (67′ Farias), Galabinov, Gyasi (67′ Erlic). All. Italiano

ARBITRO: Alessandro Prontera

Ammoniti: Ferrer (S), Ramos (S), Farias (S)
Espulso: Terzi (S) al 65′ per doppia ammonizione


Sintesi:

Sintesi di Udinese-Spezia, prima storica vittoria degli Aquilotti in Serie A

Sono per il calcio di un tempo. Quello in cui si gioca tutti allo stesso orario, preferibilmente compatibile con le abitudini e i ritmi della vita. Quel gioco fatto per le persone e la loro passione. Quello sport che tutti mi dicono: “Sei illuso, non esiste più!”.

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A ogni modo, quel calcio – quello d’un tempo – vedeva lo Spezia inchiodato alla Serie C (sono così antico che già il nome “Lega Pro” mi dà l’urticaria), perciò mi faccio andare bene anche questo e resto con gli occhi divisi a metà: su uno schermo il lavoro, sull’altro la partita. 


Il cuore no, quello è in campo per intero al Friuli. Alla fine, il calcio ha mantenuto qualcosa di invariato: è una schiavitù dell’attenzione.

Questa partita è stata tutto e il suo contrario.


Il nuovo calcio, quello in cui bisogna aspettare un minuto prima di esultare, perché arriva il VAR ad annullarti il gol.  Non vorrei essere nei panni di Matteo Ricci, ma nemmeno dei miei vicini di casa, che probabilmente si troveranno una colonna d’angeli a bussare alla porta. Per la prima volta nella storia, lo Spezia ha avuto un gol annullato dal VAR.

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Ma è stato anche il calcio del passato. Una piccola squadra che salta in piedi sul tavolo, lasciando da parte l’emozione dell’esordio, e chiede l’attenzione di tutti.


Lo sappiamo già: parleremo per giorni della “virile esultanza” di Galabinov, stropicciandoci gli occhi nel vederlo là in cima alla classifica cannonieri, insieme a Cristiano Ronaldo.


E poi, i meno attenti, sottolineeranno la crisi dell’Udinese, perché non saranno in grado di ritrovare nell’azione del primo gol quel modo di giocare che già nella scorsa stagione ci ha fatto stropicciare gli occhi più di una volta.


E parleremo a lungo di Rafael, portierone brasiliano catapultato nella porta dello Spezia quasi per caso. Autore di alcune parate prodigiose, si toglie lo sfizio dell’assist a lunga gittata per il raddoppio di Galabinov. Al termine della partite le telecamere sono per lui. 

Sono felice, è un gruppo di ragazzi che lavora duro già dall’anno scorso, che ci tiene tanto alla salvezza. Noi che siamo arrivati da poco abbiamo capito che con la grinta giusta possiamo toglierci delle soddisfazioni importanti


Rafael de Andrade Bittencourt, portiere dello Spezia


È vero che, dopo Cagliari, pensavi non avresti giocato più?” domanda chi lo intervista.

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” fa cenno con la testa lui, scappando via per nascondere l’emozione.


Nemmeno noi pensavamo tutto questo, buon Rafael.

Ci sarà da tenersi forte.

Siamo felici perché conoscevamo le difficoltà e vincere la prima partita è una grande soddisfazione, è storico. In questo momento abbiamo fatto gioire tutta la città: vincere è motivo d’orgoglio, sono i primi punti in una settimana difficile, con tre partite

Vincenzo Italiano, al termine dell’incontro