SPEZIA 2- ROMA 2

Libero mentalmente, lo Spezia ritrova la fluidità dei suoi momenti migliori. La Roma si salva nel finale, con un gol molto dubbio. Si chiude un campionato meraviglioso.
23 maggio 2021, ore 20.45, Alberto Picco
Marcatori:
6′ Verde (S), 37′ Pobega (S), 51′ El Shaarawy (R), 85′ Mkhitaryan (R).
Tabellino:
SPEZIA (4-3-3): Rafael; Vignali, Terzi, Capradossi, Bastoni (67′ Ramos); Estevez (88′ Erlic), Agoumé (71′ Maggiore), Pobega; Verde (67′ Agudelo), Nzola, Gyasi. A disposizione: Zoet, Provedel, Kaprikas, Marchizza, Ismajli, Leo Sena, M. Ricci, Saponara. Allenatore: Italiano.
ROMA (4-2-3-1): Fuzato; Karsdorp, Mancini, Kumbulla, Santon (46′ Reynolds); Cristante, Darboe (60′ Villar); Pedro (70′ Pastore), Mkhitaryan, El Shaarawy; Borja Mayoral (60′ Dzeko). A disposizione: Farelli, Boer, Fazio, Juan Jesus, Ciervo, Ciervo, Zalewski. Allenatore: Fonseca.
ARBITRO: Pezzuto di Lecce.
MARCATORI:
NOTE: Ammoniti Villar (R). Recupero: 2′ – 4′.
Sintesi:
Sintesi di Spezia-Roma, le Aquile pareggiano contro la Magica nell'ultima giornata di un campionato esaltante
Grazie.
Grazie Spezia, non Roma.
Ogni parola diversa da questa sarebbe inappropriata per iniziare a raccontare l’ultima partita di questa incredibile stagione. Incredibile e indimenticabile.
Incredibile perché nessuno avrebbe scommesso un euro sulla nostra salvezza, a inizio stagione. Nessuno eccetto quelli che questa squadra l’hanno vista nascere e crescere lo scorso e che ne distinguerebbero il modo di giocare anche se si invertisse le maglie con la squadra avversaria.
“Ma siete spacciati…” mi dicevano in molti, prima che il campionato iniziasse.
“Può essere, ma forse non avete mai visto giocare lo Spezia di Italiano” rispondevo.
Indimenticabile non tanto perché la prima stagione in serie A in senso assoluto (NB. ben inteso, da quando la serie A si chiama serie A), ma perché ne portiamo tutti i segni addosso. Non c’è stato un minuto di questa stagione che abbia vissuto con tranquillità.
Eccetto questa sera.
Questa sera eravamo tranquilli e si è visto. Libera dall’ansia e dalla pressione del risultato, la squadra ha giocato con scioltezza e ritrovato le linee e l’intraprendenza che nell’ultimo periodo erano state annacquate dalla paura di non farcela (segni di ripresa si erano visti a Genova e nella partita con il Torino avevano trovato conferma).
Siamo stati sontuosi nel primo tempo, con una prestazione impreziosita dal rientro di Capradossi (eh già, scommetto che con lui pienamente disponibile avremmo penato qualche settimana in meno!).
Elio Capradossi, dichiarazioni a fine incontro, dopo la prima partita a un anno dall'infortunio
Tutto tornava: il pressing, il recupero palla, le sovrapposizioni per linee interne dei terzini. Una meraviglia.
Certo, la Roma non ha brillato e non era particolarmente battagliera, ma la prestazione dello Spezia è stata da incorniciare.
Il secondo tempo è iniziato in maniera diversa. Il centrocampo ha perso sostanza e solidità, con lo spostamento di Agoume sulla fascia, e i giallorossi hanno preso campo. Hanno sbattuto su Rafael, che con due parate prodigiose sembrava averne spento gli ardori.
Ammansiti i lupacchiotti, abbiamo rimesso la testa fuori e sfiorato il colpo del ko in un paio di occasioni (eh già, Minotti caro, questo non sembri averlo notato nella ripresa, eh!) e poi ci siamo dovuti rassegnare davanti a una decisione arbitrale quanto meno discutibile.
2-2 finale, con gol viziato da una irregolarità apparsa evidente ai più (e un rigore netto non assegnato a Gyasi nel primo tempo).
Il sollievo è aver chiuso i giochi la settimana scorsa.
La speranza è che l’anno prossimo continui lo spirito di questo gruppo.L’orgoglio è quello che quest’anno è stato fatto.
Ora prendiamoci cura del nostro cuore, perché inizio già a sentire la tensione della prossima stagione.
Siamo partiti forte, abbiamo creato tantissimo e siamo andati sul doppio vantaggio. Avessimo avuto la forza di fare il terzo potevamo indirizzarla però siamo contenti ugualmente, aver raggiunto la salvezza è come aver vinto il campionato. Chiudiamo e archiviamo, ora si stacca la spina, si va in vacanza e vediamo per il futuro.
Vincenzo Italiano, al termine dell’incontro
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