Lettere a Spezzino Vero – “Cari spezzini, non vi sopporto più…”

Caro Spezzino Vero,
cari spezzini che leggete, approfitto del vostro tempo per dirvi, urlandolo ad alta voce, che non ne posso più.
Non ne posso più di voi e del modo in cui vi comportate, del vostro continuo lamento, della critica che non diventa mai voglia o spunto di azione, ma rimane solo voglia di dare un voto (basso) agli altri.
Non ne posso più di chi trova ogni iniziativa scadente, ogni idea stupida, ogni cambiamento inutile e insensato.
Non ne posso più del vostro immobilismo travestito da avanguardia.
Non ne posso più di voi che sapete fare tutto meglio, ma non dite mai come farlo e non vi mettete mai a farlo, perché intanto non ne avete bisogno.
E non lo dico da persona cieca, perché vedo i problemi e ho ben presente quali siano i limiti di Spezia, perché vivo fuori da tempo a causa della cronica assenza di lavoro. Non avendo amicizie importanti o raccomandazioni, non potendo contare su alcun calcio in culo e nessuna via preferenziale, ho dovuto andarmene e costruirmi una vita insieme.
Attenzione, inseguire il lavoro significa anche allentare ai legami familiari, rinunciare ad alcune cose, ricostruire le amicizie. Non è una cosa semplice.
So bene i sacrifici che Spezia impone e tutto quello che non va.
La prima cosa è il suo provincialismo, quando il provincialismo diventa solo qualcosa che soffoca.
E il mugugno sterile – quello che molti esercitano per pigrizia nel mettersi nei panni degli altri – è provincialismo all’ennesima potenza.
Quello che io non sopporto più.
Lo so, non ve ne frega un belino, ma ve l’ho detto.
Marco T.
Martahanna
Vero, gli spezzini sono dei lamento i irriconoscenti. Dopo che hanno vissuto e campato grazie alla marina militare ora si lamentano che l’arsenale ha rubato le spiagge della Spezia, ora che di Marina militare è rimasto ben poco si guardano intorno perché non sanno come lavorate, città morta che forse si è svegliata negli ultimi due anni e la sera si vede un po’ di movimento. Negozi che aprono alle 9,30 e chiudono alle 12 per riaprire alle 16 e richiudere alle 19. Ma sapete cosa vuol dire lavorare? Sì lamentano dei meridionali e decantano tanto i loro muscoli ma non sanno che i ‘semi” li hanno portati li i tarantini e i siciliani. Si stanno facendo fregare dalla comunità dominicana ne lavoro e poi si lamentano che non c’è lavoro. Sveglia Spezia!!!!