20 COSE BELLE DELL’ESSERE SPEZZINO – BREVI APPUNTI

1 – Sono contento di essere spezzino perché essere spezzino mi ha insegnato il disincanto. Niente è tropo serio, nulla è definitivo.
2 – I colori della mattina presto che si vengono a prendere l’abbraccio del Golfo sono una ragione sufficiente per essere felici di essere nati qui.
3 – Spezia è provincia. Una di quelle città di provincia che non ha vergogna di esserlo. Crescere nella soffocante atmosfera della provincia serve a farti apprezzare meglio ogni strappo di libertà. È anche una provincia che protegge. E non c’è niente di male a cercare un po’ di protezione ogni tanto.
4 – Sono contento di essere spezzino perché apprezzo l’entusiasmo delle piccole cose. La grandeur richiede troppo impegno.
5 – Un piatto di raviei, una bottiglia di vino rosso, una tavola piena di amici. Una cena all’aperto. Un locale dove il cameriere – senza invadenza – ti tratta da persona e non da cliente. Queste cose Spezia le sa fare.
6 – La litoranea, che prima di sbucare alle Cinque Terre, offre un francobollo del meglio che il mondo: dal mare alle montagne. Io guardo e penso: casa mia.
7 – Porto Venere, Lerici, Tellaro, le Cinque Terre che raggiungi con un salto sul treno. E poi Levanto, Bonassola, Framura.
8 – Il sentiero che da Campiglia scende a Porto Venere. Che io ci vedo l’infinito ogni volta che lo faccio.
9 – Le sagre, quelle vere, che son sapore, vino sincero e sanno di bestemmie e di sugo. Nessuno si scandalizza. Ho il calendario stampato in mente: si inizia da Marola e si arriva a La Serra.
10 – In tarda primavera, finisce la scuola e la corsa in stazione. Sotto i vestiti il costume. Dentro lo zaino la voglia di estate.
11 – I fornai pieni ogni santa mattina. Quel profumo di focaccia che mi taglierei le vene e direi: “Fatemi il pieno”.
12 – Gli scambi di conversazione che in due battute dicono niente e dicono tutto. “Aloa, com’è?” “A semo chi!” “Finché ci si vede!”. E con questo tu sai che va tutto bene.
13 – Il piacere di smentire la scarsa ospitalità ligure. Siete voi che non avete voglia di aspettare un secondo in più per scoprire l’anima di questa terra, non lei a non volervi accogliere.
14 – Le strade schiette della città. Senza fronzoli. Senza trucchi. Spezia è quel che è, non ha nessun retroscena.
15 – La sua gente, che è la mia gente. Semplice. Con nessuna vergogna di trovare la dignità nell’ammettere che l’ambizione è godersi la vita.
16 – Un piccolo gozzo che rientra dalla diga verso la città, verso sera, quando in giugno la sera ha ancora tantissime cose da dire.
17 – I muscoli ripieni, che – per dio – non li fanno da nessuna parte al mondo come qui.
18 – La cattedrale, che può essere argomento di duemila battute. Tutte diverse e tutte uguali.
19 – Il saper trovare poesia anche in ciò che bello non è. Pensare “casa” vedendo le ciminiere mi ha insegnato che nella vita c’è il bene e il c’è male e che la vita è scegliere una parte, senza far finta che l’altra non esista.
20 – La suprema arte di battersene il belino. Di tutto, quando necessario.
… e poi continuate voi …
Giulio Obici
Brevi appunti ; per l’appunto aggiungo al 7 . Le 5 terre che raggiungi COL treno, arrivi frastornato, con mascherina, in piedi pressato, caldo e sudato ecc….. sarebbe meglio con impianti di risalita in mezzo al bosco fino a M.Rosso e rientro da P.Venere fresco e beato con un bus ? Prendi in considerazione ” Idea di progetto” inviata con email in data 6.6. 2022.
Metela en sima ar giornale e senta cosa i penso e i diso i spesin .