“Oggi ho perso mio figlio in un negozio. Sarei voluto morire.” – Lettere a Spezzino Vero

Caro Spezzino Vero,
ti scrivo perché ho bisogno di sfogarmi.
Oggi ho perso mio figlio e sarei voluto morire. Eravamo in un negozio ed è bastato un attimo di distrazione a guardare un vestito, mi sono girato e non l’ho visto più. L’ho chiamato, ma non ha risposto. L’ho cercato, ma nulla.
Mi sono agitato, quasi mi veniva da piangere.
Nella mia testa, quei momenti sono durati ore, anche se forse sono stati alcuni minuti. Urlavo il suo nome e la gente mi guardava stupita, quasi spaventata.
All’improvviso, poi, ho visto arrivare una signora, dall’altra parte del negozio, tenendolo per mano. Me l’ha riconsegnato. “Era uscito, l’ho trovato fuori e mi è sembrato strano fosse solo”.
L’ho abbracciato. E mi son messo a piangere. Un po’ per la tensione, un po’ per essermi agitato, un po’ perché mi son sentito il peggior genitore del mondo.
Mi si è avvicinato un signore, con gli occhiali azzurri e camicia bianca, i capelli corti. Mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha fatto coraggio: “Non ti preoccupare, può succedere. Lo hai ritrovato”.
Volevo ringraziare la signora che mi ha riportato il bimbo e questo signore, le sue parole sono state di gran conforto.
– Firmata –
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