Da due giorni i cinghiali sono chiusi all’interno del parco della Maggiolina. Improvvisa, pare aprirsi la strada per una soluzione: “Possiamo offrire loro accoglienza e liberarli”.

Ormai da due giorni un gruppo di cinghiali vive rinchiuso all’interno del parco della Maggiolina. Evento stravagante, visto da fuori la recinzione. C’è da scommettere, però, che anche quel che accade fuori dalla recinzione sembri stravagante ai cinghiali che sono dentro. Quella che si sta vivendo, infatti, è una fase di stallo alla messicana: loro sono chiusi dentro per limitare il rischio che corrano per le strade, ma allo stesso tempo il parco è chiuso perché non si rivelino un pericolo per gli avventori. E intanto una parte della vita della città gira intorno a questa domanda: che fare con i cinghiali?

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“Solidarietà ai cinghiali. Li prendiamo noi”

Mentre le istituzioni rimpallano la decisione, allungando i tempi, dal mondo civile arriva un’improvvisa apertura che potrebbe levare le castagne dal fuoco.

Solidarizziamo pienamente con i cinghiali della Maggiolina. Siamo pronti ad accoglierli subito nella nostra comunità e a condividere con loro le nostre risorse. Nessuno deve vivere in cattività, nessuno deve nemmeno lontanamente correre il rischio di essere ferito per quello che è” ha fatto sapere Bee Lin, leader carismatico della capre della Palmaria, affidando la spiegazione dettagliata del progetto elaborato a una nota stampa.

Le Capre della Palmaria si dicono fortemente contrarie non solo, in maniera ovvia, alla soppressione dei cinghiali, ma anche a una deportazione forzata. A loro dire, i cinghiali dovranno uscire dai cancelli della Maggiolina sulle proprie gambe e avviarsi verso la nuova disposizione che, come capre isolane, loro sono pronte a fornire.

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Costituiremo una comunità mista sull’Isola Palmaria, trasformandola nella Capri del Golfo” ha spiegato Bee Lin. “So che vi sembra di averla già sentita questa, ma posso dirvi che siamo in grado di realizzarla in maniera pacifica e assolutamente con impatto 0 per l’ambiente. Ovviamente mettiamo in conto che ci saranno periodi difficili nei primi momenti, ma assolutamente non abbiamo intenzione di costruire centri di accoglienza per i cinghiali che sceglieranno di seguire la nostra proposta. Superata la prima fase, dimostreremo a tutti come riusciremo a gestire l’Isola, garantendo la massima sostenibilità del sistema per la flora, in maniera fiorente”.

Le reazioni della politica

La disponibilità offerta dalle Capre della Palmaria ha scatenato reazioni a catena nella politica locale.

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I gruppi animalisti hanno prontamente condannato il disegno delle capre parlando di deportazione inaccettabile e hanno sottolineato come rinchiudere i cinghiali nello spazio angusto di un’isola significherebbe tarpare loro le ali e bloccarne gli orizzonti.

I cinici, invece, hanno messo in dubbio la credibilità delle Capre: “Le Capre della Palmaria sono già state al centro di un progetto di deportazione dell’Isola che ha impegnato grandi risorse e sono ancora lì. Di loro non ci si può fidare. Non ci faremo fregare una seconda volta”.

Nel mentre, domani è mercoledì – terzo giorno di permanenza dei cinghiali nel Parco della Maggiolina – è prevista una loro gita ai tappeti elastici, mentre un ignoto benefattore ha fatto pervenire al capofamiglia una donazione di quindicimila euro in gettoni degli autoscontri.